Essere generativi è un modo nuovo di pensare e agire.
Insieme possiamo raccogliere la sfida di dare vita ad azioni socialmente orientate, capaci di creare relazioni responsabili di un risultato che fa bene a tutti. Queste sono le parole chiave che ci hanno guidato nella fase di progettazione e nell’attuale fase di gestione.

GENERATIVITÀ
La generatività sociale è una logica di azione personale e collettiva capace di disegnare un nuovo modello di sviluppo economico e sociale che definiamo “sostenibile e contributivo”. Il termine è stato usato in psicologia per descrivere una forma di realizzazione di sé dell’uomo e della donna maturi che avviene nel “contribuire” liberamente e in modo originale al miglioramento della vita di altri e del contesto, garantendo a tutti di prosperare nel tempo. L’idea di generatività sociale rimanda nell’impresa ad un movimento creativo e produttivo di continuo rilancio che si dimostra capace di generare un maggior valore per l’impresa coniugando benessere economico, sviluppo sociale, crescita personale e organizzativa.
La generatività è un movimento antropologico che partendo dal desiderare, cioè dalla spinta ad aprirsi al mondo e fare la propria parte nella sua continua rigenerazione, si traduce in tre passaggi:
→ “mettere al mondo” un figlio, come una impresa;
→ “prendersi cura” di quanto si è generato, per farlo crescere e fiorire;
→ “lasciar andare”, che consiste nel contribuire all’allestimento delle condizioni per la piena libertà e realizzazione di quanto si è messo al mondo.
.

AGRICOLTURA SOCIALE
L’Agricoltura Sociale comprende una pluralità di esperienze non riconducibili ad un modello unitario, quanto al tipo di organizzazione, di attività svolta, di destinatari, di fonti di finanziamento, ma accomunate dalla caratteristica di integrare nell’attività agricola le attività di carattere sociosanitario, educativo, di formazione e inserimento lavorativo, di ricreazione, diretti in particolare a fasce di popolazione svantaggiate o a rischio di marginalizzazione. Si tratta di un approccio generativo che co-produce beni materiali ed immateriali, valorizza il capitale sociale delle comunità locali e salda l’inclusione delle persone più fragili a un processo produttivo che pone al centro l’ambiente e la sostenibilità agricola. Si tratta in sintesi di un’innovazione economica, sociale e produttiva, orientata verso un nuovo modello di agricoltura e welfare di prossimità.

ECONOMIA CIVILE
La prima cattedra di economia politica al mondo nacque oltre 300 anni fa a Napoli grazie ad Antonio Genovesi, che spiegava che l’economia è la scienza della felicità pubblica.
L’umano su cui Genovesi poneva i pilastri del pensiero dell’Economia Civile non antepone sempre – come in molte università si insegna ancora oggi – il “di più” al “di meno”; è capace di generosità e di virtù civili; desidera e tende al bene comune, almeno quanto alla ricerca di soddisfazioni individuali.
L’economia civile, con parole odierne, distingue il “legale” – come il trading automatico speculativo, i fondi avvoltoio, il gioco d’azzardo – dal “giusto e legale”, come le scelte di investimento generative, che rispettano l’ambiente, le persone, il creato.
La generatività, ripresa nel nome della nostra azienda, è davvero tale se, oltra a far nascere un’intrapresa, non “lascia andare” ma sa prendersi cura delle persone, dell’ambiente, dei risultati; sa accompagnare alla crescita sostenibile delle persone, dei risultati, del “far meglio con meno”, del sostituire materie prime con materie seconde; sa cambiare e lasciar andare, sa coinvolgere persone, enti, realtà nuove, sa introdurre nuove persone, nuovi ruoli e mansioni.
L’economia civile è la mamma e il papà di (RI)GENERIAMO. La coerenza dei valori che esprimiamo, le nostre scelte e comportamenti che mettiamo in campo, così come il rispetto delle persone che coinvolgiamo e con le quali ci relazioniamo indicheranno se i nostri “genitori” possono essere orgogliosi della creatura che hanno generato.