A fine settembre ritornerà l’appuntamento con Economy of Francesco (EoF), il grande evento che porterà ad Assisi giovani economisti, imprenditori, changemakers che si stanno impegnando nella costruzione di una nuova economia, ispirati dagli insegnamenti di Papa Francesco sullo sviluppo umano integrale. Ne parliamo con Giorgia Taioli, consulente di sostenibilità e responsabilità sociale d’impresa, che sin dalla prima edizione nel 2020 ha partecipato a EoF, di cui è Referente regionale Veneto per i Cammini di Prossimità.
Com’è avvenuto il suo incontro con EoF?
Era il 2019 e mi trovavo in Islanda, a Reykjavik, dove stavo studiando ambiente e risorse naturali in un master presso l’Università d’Islanda, oltre a lavorare come consulente. Una mia cara amica di Verona mi avvisò dell’evento Economy of Francesco quando mancavano solo due giorni al termine delle iscrizioni. Ci tenevo e mi candidai di corsa, anche perché sia nel mio percorso di studi, sia a livello lavorativo, mi ero molto avvicinata ai temi della sostenibilità in economia. E lo avevo fatto soprattutto dopo aver letto l’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, che per me è stata una sorta di chiamata, stimolandomi ancora di più a cercare, anche professionalmente, un’economia diversa, dove il fattore umano e l’ambiente sono parte delle logiche aziendali. Poi ho saputo di essere stata accettata: ero nel gruppo dei cinquecento giovani da tutto il mondo che avrebbero potuto trascorrere un’intera settimana ad Assisi!
Su cosa ha iniziato a lavorare in vista della prima edizione di EoF?
Mi era stato assegnato il villaggio “Vocation and profit” (i 12 villaggi monotematici sono quelli in cui si articola l’evento, sui quali a chi si candida si chiede di esprimere una preferenza, ndr), il cui obiettivo è coniugare il tema del profitto, spesso considerato in modo negativo, con quello della vocazione, che ha invece un’accezione positiva. Avevo iniziato a partecipare a incontri online, che sono proseguiti anche quando l’evento è stato posticipato, per via della pandemia, e non si sapeva se si sarebbe tenuto o meno. Nonostante l’incertezza, è stato molto interessante il fatto che siano comunque partiti altri filoni di attività. In particolare quello dei Cammini di Prossimità, attraverso cui abbiamo iniziato a conoscerci meglio partendo da singole città, regioni e a livello nazionale. Anche qui mi sono proposta e sono diventata Referente regionale per l’hub Veneto. EoF si è poi tenuto a fine 2020 e, sebbene non in presenza, è stato entusiasmante! In Veneto avevamo anche organizzato un pre-evento, coordinato dalla Fondazione Toniolo, coinvolgendo una trentina di giovani dell’hub Veneto.
Come si è sviluppata successivamente la sua attività per EoF?
Il lavoro e gli incontri, come Villaggi e come hub Veneto, sono proseguiti, in pratica non si sono mai fermati. Nel 2021 c’è stata poi la seconda edizione di EoF, che si è tenuta in presenza per l’hub Italia e in collegamento online con tutto il mondo, a cui hanno partecipato ad esempio il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, e suor Alessandra Smerilli. Ora andiamo verso la terza edizione di EoF, in programma dal 22 al 24 settembre di quest’anno, che sarà in presenza e a carattere internazionale. Al riguardo la mia principale attività è sulla rete territoriale, per facilitare l’avvio di processi e progetti. Ma sto collaborando anche con il mio Villaggio, dove lavoriamo alla definizione di metriche che permettano di misurare l’impatto potenziale dei progetti allo studio, in particolare dal punto di vista della loro performance sociale. Ma sempre nella prospettiva della costruzione e cura delle relazioni. Perché l’efficienza non è tutto.
Che messaggio lancerebbe per stimolare altri giovani a partecipare a EoF?
Che da soli non ce la facciamo e che c’è bisogno dell’aiuto di ognuno per creare qualcosa di sostenibile, di bello. Ecco, direi che la sostenibilità è bella, prendersi cura delle persone è bello. Partecipare a un evento come EoF non solo è divertente, permette di incontrare tante persone, ma dà anche la possibilità a livello personale di trovare ciò che magari si sta cercando da tempo ma non si riesce a trovare. A chi intende partecipare ma magari poi non avrà la possibilità di esserci di persona, dico di continuare a restare in contatto e non perdere la speranza. Perché il lavoro e i progetti continueranno, c’è spazio e tempo per tutti per unirsi al cammino.
In base alla sua esperienza professionale e alle sua attività per EoF, in cosa maggiormente difetta l’attuale modello di sviluppo?
Il problema principale, e lo dico ispirandomi chiaramente alle parole di Papa Francesco, è la cultura dello scarto. L’essere umano va valorizzato in quanto tale, con tutti i suoi limiti. Se cerchiamo solo l’efficienza, se vogliamo sempre andare oltre i limiti, anche per quanto riguarda lo sfruttamento delle risorse, non andremo da nessuna parte. Dobbiamo promuovere uno sviluppo umano integrale e soprattutto dobbiamo prendendoci cura delle persone.
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